Un balsamo che cura
Meditazione Guidata n°18
In questa meditazione riprendiamo le parole della meditazione tradizionale di #metta e le riadattiamo a questo periodo particolare.
Questa meditazione l’ho proposta durante un #mercoledimindfulness ad inizio quarantena e mi faceva piacere tenerne traccia.
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Aggiusto la posizione e faccio in modo di essere comodo/a: uno spazio per me, uno spazio prezioso. Cerco di viverlo al meglio trovando la posizione più adatta e ascoltando che cosa mi dice il mio corpo in questa posizione: se ci sono delle tensioni o fastidi, se invece è rilassato.
Quando sono pronto/a porto l’attenzione all’addome e alla respirazione. Inspiro gonfiando la pancia, espiro sgonfiando la pancia. Inspiro gonfiando la pancia, espiro sgonfiando la pancia. Non c’è fretta, non c’è qualcosa che devo fare. Questo è il tempo per me, in cui non mi è chiesto di essere o di fare niente. Oggi voglio prendermi cura di me, esserci per me, rivolgendomi alcune parole:
Che io possa essere felice
Che io possa essere in pace
Che io possa essere libero/a dalla sofferenza
Mentre ripeto nella mente queste parole, posso appoggiare le mani sul mio cuore e immaginare di nutrirlo, di avvolgerlo proprio con i palmi delle mie mani:
Che io possa essere felice
Che io possa essere in pace
Che io possa essere libero/a dalla sofferenza
E non importa se all’inizio è difficile augurarci queste cose, non importa se all’inizio ci sentiamo di fingere, di sforzarci. Proviamo a stare anche con queste sensazioni, con queste dicotomie, con questa parte che vuole meditare, prendersi cura, perché meditare è prendersi cura, e con quest’altra parte che a ripetere queste frasi fa fatica. Lasciamo che sia la nostra immaginazione ad aiutarci. Proviamo a immaginare di avvolgere il nostro cuore, con un balsamo, può essere una luce. Ultimamente mi piace pensare a un balsamo mieloso che avvolge il cuore, che entra nelle crepe, che lo tiene protetto ma morbido.
Che io possa essere felice
Che io possa essere in pace
Che io possa essere libero/a dalla sofferenza
Se ve la sentite, ripetete anche ad alta voce queste parole.
Lasciate che sedimentino per un po’. Immaginate questo balsamo che cola lentamente e a ogni respiro copre un pezzo in più del cuore.
Che io possa essere felice
Che io possa essere in pace
Che io possa essere libero/a dalla sofferenza
Quando ci sentiamo pronti, possiamo pensare anche alle persone attorno a noi, proprio quelle più vicine. Può essere qualcuno nell’altra stanza o i vicini. I vicini del piano di sotto, di sopra, o quelli della casa accanto. Immaginiamo che questo cuore e questo balsamo di amore, di cura, di accettazione vada spandendosi e raggiunga le persone nelle stanze vicine, negli appartamenti vicini o nelle case vicine.
Che tu possa essere felice
Che tu possa essere in pace
Che tu possa essere libero/a dalla sofferenza
Proviamo a sentire questo augurio, a sentirlo per chiunque sia nel raggio di questo balsamo. A ogni respiro, questo balsamo si stende, si allunga, arriva più in là a un’altra casa, un altro isolato, un altro quartiere. Con la mia mente posso spingerlo, può arrivare nella casa di qualcuno che amo ma che al momento è lontano. Posso cambiare città, posso coprire una provincia, una regione, tutto lo stato.
Che tu possa essere felice
Che tu possa essere in pace
Che tu possa essere libero/a dalla sofferenza
E si spande. I confini delle nazioni non esistono più per questo genere di balsamo. Non esistono neanche i confini fisici. Può arrivare dappertutto e io posso sentirlo nel cuore e con il respiro farlo arrivare ovunque. Possiamo immaginare che avvolga tutta la terra.
Che tu possa essere felice
Che tu possa essere in pace
Che tu possa essere libero/a dalla sofferenza
Forse questo pezzo può risultare più semplice del primo paradossalmente, o forse non così tanto paradossalmente. Lasciamo che l’augurio che l’altro sia felice, che l’altro sia in pace, possa riempire anche il nostro di cuore, possa farci sentire tutti vicini anche se lontani, tutti accomunati dal desiderio di stare bene e di essere felici.
Ognuno sceglie le sue strade e i suoi modi. Alcune volte alcune strade le capiamo e altre no, però siamo davvero tutti vicini, tutti simili.
Allora prendiamo ancora un respiro e diciamo
Che tu possa essere felice
Che tu possa essere in pace
Che tu possa essere libero/a dalla sofferenza
Poi torniamo a noi, al nostro cuore, alle nostre mani sul cuore, e proviamo di nuovo a dirci queste frasi
Che io possa essere felice
Che io possa essere in pace
Che io possa essere libero/a dalla sofferenza
E sentiamo se c’è qualcosa di diverso da prima o no.
E lasciamo che sia.
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