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Lettera

2021nontitemo n°4

Che cosa diresti al bambino o alla bambina che sei stat* a tre anni?
Una lettera che richiede ascolto e profonda gentilezza.
Vi consiglio di partire con un breve momento di meditazione, di immaginare quel bambino o quella bambina davanti a voi e poi di lasciare che sia la penna a muoversi…
Nell’audio vi guido passo passo.
Mi raccomando prendetevi il tempo e lo spazio per questo esercizio e poi raccontatemi com’è andata!
Leggi la trascrizione della puntata

Buongiorno e buon giorno 4 di 2021 Non Ti Temo: il nostro mese dedicato al riprendere contatto con noi stessi e prepararci a questo nuovo anno che verrà. Oggi vi voglio proporre un esercizio che è in realtà anche una pratica molto profonda e che penso possa davvero essere importante e in alcuni casi rivoluzionaria.

Vi chiedo di sedervi in meditazione (per chi non medita, di sedervi semplicemente in maniera rilassata) e di prendervi qualche minuto per immaginare davanti a voi la bambina o il bambino che siete stati all’età di tre anni. Cercate di ricordare magari un momento preciso, di mettere a fuoco come siete, che vestiti indossate, magari è successo qualcosa che vi ha turbati, c’è della tristezza, forse anche qualche lacrima. Provate a immaginare proprio davanti a voi questo bambino o questa bambina. Immaginate voi stessi all’età di tre anni, in un momento magari difficile. Se non vi viene in mente un ricordo specifico, potete stare semplicemente nell’osservare il volto, gli occhi, il corpo di questo bambino o di questa bambina. Magari vi chiedete come sta. Come si sente? Che paure ha? Che desideri o sogni? Serve tempo per connettersi al bambino o alla bambina che siamo stati. Potrebbe non essere semplice guardarsi negli occhi, ma vi invito a stare fin dove potete e a esplorare anche questo tipo di pratica e di ascolto e poi scrivere tutto ciò che vorreste dire a quel bambino o a quella bambina di tre anni. Anche se vi sembra che non ci sia niente che volete dire di specifico, voi prendete in mano la penna e iniziate a scrivere. Magari volete solo dire Ti abbraccio, Non sento niente per te. Non c’è una risposta esatta. C’è la realtà di questo momento. La cosa più importante che possiamo fare per noi adulti ora e anche per quel bambino o quella bambina è portare consapevolezza a quello che c’è ora. Quindi, quando avete trascorso un po’ di tempo nell’osservazione, nel contatto con il vostro bambino o la vostra bambina di tre anni, prendete in mano la penna e scrivete tutto quello che sentite, tutto quello che avreste voluto dire, tutto quello che avreste voluto insegnare, tutto quello che avete scoperto poi… e lasciate andare la testa. Muovete la mano, scrivete sul foglio, non serve avere prima le idee chiare, non è un tema di scuola: è la vostra pratica, quindi lasciate uscire tutto quanto. Nessuno leggerà questa lettera. Potete condividere, mi farebbe molto piacere sapere se l’avete scritta: questo è un invito che ricordo ogni giorno perché mi fa davvero piacere… però siete voi con voi ed è un momento sacro che vi state dedicando. Buona scrittura.

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