Donare agli altri
2021nontitemo n°25
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Buongiorno buon 25 dicembre, buon Natale per chi sta festeggiando il Natale. Per tutti gli altri, benvenuti al venticinquesimo giorno di 2021 Non Ti Temo.
Oggi è una giornata sicuramente particolare e vorrei fare una piccola riflessione e poi invitarvi a un’azione. Facciamo sempre più fatica, anno dopo anno, a vivere davvero in maniera intensa e presente la nostra vita. Corriamo a scuola, a lavoro. Ci spingono spesso a vivere in un mondo di costante competizione con gli altri.
Altre persone sono minacciate dalla solitudine. Siamo, paradossalmente, sempre più popolati, sempre più connessi con la tecnologia ma sempre più soli e lontani gli uni dagli altri.
Altre volte quello che ci attanaglia è il dubbio sulla nostra meta, sullo scopo della nostra vita. È normale: se non so dove voglio andare non posso arrivarci, perché non posso prendere nessuna mappa, nessun sentiero è tracciato, non posso capire come arrivare lì.
Prima ancora di capire qual è la nostra meta, forse dobbiamo prenderci il tempo di capire dove siamo e cominciare a esplorare quello che c’è attorno a noi in questo momento invece che andare subito con la mente o con le idee (meraviglioso mondo delle idee) alla meta che vogliamo raggiungere. Se non sappiamo dove siamo, possiamo anche avere la meta, possiamo anche avere la cartina ma non la possiamo consultare perché non abbiamo il punto di partenza. Se siamo così siamo persi. È importante semplicemente renderci conto di dove siamo e anche che magari ci siamo persi. È inutile correre, è inutile andare ai cento all’ora senza sapere verso dove o perché. Qualsiasi direzione potrebbe essere giusta o sbagliata, come no. Forse ci imbatteremo nella meta, forse no, ma è tutto lasciato al caso. Se invece riusciamo a far chiarezza su dove siamo, per prima cosa, a guardarci attorno, a sentire cosa c’è, abbiamo la possibilità di iniziare a pensare anche al resto. Possiamo, ad esempio, renderci conto che siamo immersi in una rete, che queste mappe sono tutte sovrapposte e intrecciate e ognuno di noi ha il suo percorso, il suo sentiero o si è perso o non sa bene dove andare, oppure va ai cento all’ora verso qualcosa che gli ha detto qualcun altro. Siamo immersi veramente in una rete infinita di legami. L’abbiamo visto con il cibo, ma poi c’è la famiglia, ci sono gli amici, i conoscenti, i colleghi.
Vi invito a recuperare quelle etichette che avevamo scritto proprio all’inizio di questo mese. Magari avevate scritto figlio/a, marito, moglie, collega. Tutte queste etichette esistono in relazione a qualcun altro: questo è un principio importantissimo da capire perché possiamo fare tutti i lavori che vogliamo per vivere meglio, aprire il cuore, affrontare il 2021 serenamente, ma non possiamo farlo se ci consideriamo un’isola, se ci consideriamo completamente staccati dagli altri, se pensiamo di poter stare in solitudine. Noi facciamo parte di una società e le altre persone sono una con-causa della nostra tranquillità d’animo o meno. La tranquillità che vogliamo si esprime in noi ma anche nel rapporto con le altre persone, quelle con cui ci relazioniamo quotidianamente. Nel mondo, abbiamo visto, ci saranno sempre un sacco di rumori e che è inutile pensare di andare a vivere in un eremo per evitarli tutti. Così è con le persone. Possiamo fare tutti gli sforzi che vogliamo ma gli altri ci saranno sempre. Così come il rumore, più lo rifiutiamo più diventerà forte e fastidioso e difficile da tollerare. Più invece ci apriamo alla possibilità che ci siano semplicemente tanti suoni che fanno parte del mondo così com’è, più abbiamo la possibilità di accogliere, di aprire lo sguardo, di includere e trasformare quelli che prima erano rumori assordanti e fastidiosi in un’armoniosa melodia.
L’interconnessione è una grande verità ed è parte del processo di crescita e di meditazione. Io non medito solo per me, medito anche per gli altri, per stare nel mondo, per essere in relazione in maniera più consapevole, più presente, più attenta. Faccio attenzione a come mi parlo, così posso fare attenzione a come parlo agli altri. Posso imparare a prendermi cura in modo da poter essere presente e prendermi cura anche degli altri. Qualcuno aveva detto Ama il prossimo tuo come te stesso. Questo come te stesso si è un po’ perso negli anni, ma penso che le grandi filosofie o le grandi religioni d’amore abbiano sempre molte linee in comune. Quindi, anche questa frase, è assolutamente condivisibile anche dal punto di vista buddhista.
Oggi vi chiedo di ascoltare che cosa significa interconnessione per voi e, se vi va, se ne avete l’occasione o la possibilità, vi chiedo di fare una donazione, piccola, semplice (non servono grandi cifre) magari a un’associazione che vi sta a cuore, che segue un progetto, che segue qualcosa che vi risuona perché possa essere un modo tangibile e pratico di riconoscere quanto siamo legati e quanto possiamo fare gli uni per gli altri. Se non avete la possibilità di donare materialmente, magari potete parlare di un’associazione, invitare qualcuno a farlo o scoprire e avere lo spazio per trovare nuovi motivi e nuovi modi di amare il prossimo senza dimenticarsi di sé.
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