fbpx

347 4669023

Via Madama Cristina 99, Torino

2021nontitemo_sentimenti

Sentimenti

2021nontitemo n°26

I calendari dell’Avvento sono finiti, i regali scambiati… ma noi siamo qui, fino all’arrivo del #2021!
Oggi spero che possiate avere una giornata tranquilla, trovare del tempo per voi, chiedervi come state.
Partiamo dall’ascolto del nostro corpo, del nostro respiro, delle emozioni che si muovono dentro di noi.
Ci sono dei sentimenti che in qualche modo stai evitando?
C’è qualcosa con cui non vuoi stare di te?
Come puoi prenderti cura di questo?
Come puoi sentirti a casa in te stesso o te stessa?
Forse puoi approfittarne per fare una passeggiata e lasciare che queste domande ti accompagnino.
Noi cerchiamo sempre la risposta, cerchiamo il motivo, cerchiamo le cose da fare per sistemarci. Invece, il mio invito è di creare lo spazio nelle domande, di stare nelle domande o, come mi è capitato di leggere recentemente, di abitare le domande. Abitando le domande abbiamo più probabilità di sganciare la parte cognitiva e lasciare emergere quello che c’è, altrimenti di nuovo è tutta testa, sono tutti pensieri, tutte complicazioni. Se ci apriamo alla domanda, invece, senza andare subito con il pensiero o con l’azione alla risposta ma semplicemente stiamo, abbiamo la possibilità di far emergere qualcosa che normalmente teniamo sopito, teniamo nascosto con la nostra mente stessa, che tanto si è già spiegata, che tanto sa già che deve fare così. Iniziamo a sgombrare il campo, a non sapere già tutto, perché se sappiamo già tutto di noi, di quello che abbiamo bisogno, di quello che va o di quello che non va, non possiamo di certo fare alcun cambiamento.
So che sono stati giorni concitati per tutti, un Natale diverso ma ritmi comunque serrati. Spero abbiate modo oggi di tornare a voi, a rallentare e se vi va a condividere!

Leggi la trascrizione della puntata

Buongiorno e buon ventiseiesimo giorno di 2021 Non Ti Temo.
Oggi, Santo Stefano per chi festeggia, è di solito una giornata di famiglia, chissà com’è oggi per voi, se c’è qualcosa di nuovo o di diverso. Sicuramente, nel nostro mese che ci prepara all’arrivo del 2021, possiamo fare in modo di prenderci uno spazio e un tempo per osservare più da vicino come stiamo. L’invito è anche oggi di prendere carta e penna.

Partiamo dall’ascolto del nostro corpo, del nostro respiro, delle emozioni che si muovono dentro di noi.
Ci sono dei sentimenti che in qualche modo stai evitando?
C’è qualcosa con cui non vuoi stare di te?
Come puoi prenderti cura di questo?

Come puoi sentirti a casa in te stesso o te stessa?
Forse puoi rivivere i momenti in cui maggiormente ti sei sentito/a a casa, indipendentemente dal posto in cui eri o dalle persone. Possono variare, ma l’esplorazione può iniziare da qui.
Dov’è che mi sono sentito/a a casa?
Cosa facevo? Con chi ero? Come mi sentivo?
Che cosa significa per me essere a casa in me?

…poi tornare a chiederci
Adesso mi sento a casa?
C’è qualcosa che sto evitando e di cui potrei prendermi cura?

Questo tipo di indagine molto spesso sfocia nella parte cognitiva e quindi nella mente che prende il sopravvento e cerca di spiegare, cerca di dire, di capire, di organizzare. Quello che vi invito a fare, soprattutto per chi ha già pratica e dimestichezza con la meditazione, è rilassarsi in queste domande. Noi cerchiamo sempre la risposta, cerchiamo il motivo, cerchiamo le cose da fare per sistemarci. Invece, il mio invito è di creare lo spazio nelle domande, di stare nelle domande o, come mi è capitato di leggere recentemente, di abitare le domande. Abitando le domande abbiamo più probabilità di sganciare la parte cognitiva e lasciare emergere quello che c’è, altrimenti di nuovo è tutta testa, sono tutti pensieri, tutte complicazioni. Se ci apriamo alla domanda, invece, senza andare subito con il pensiero o con l’azione alla risposta ma semplicemente stiamo, abbiamo la possibilità di far emergere qualcosa che normalmente teniamo sopito, teniamo nascosto con la nostra mente stessa, che tanto si è già spiegata, che tanto sa già che deve fare così. Iniziamo a sgombrare il campo, a non sapere già tutto, perché se sappiamo già tutto di noi, di quello che abbiamo bisogno, di quello che va o di quello che non va, non possiamo di certo fare alcun passo avanti.

C’è quella storia del discepolo che va a bere il tè dal maestro, il quale dice In una tazza già piena non posso versare altro tè quindi è inutile che tu venga da me se sai già tutto.
Svuotiamo la nostra personalissima tazza di tè e lasciamo che le sensazioni o le risposte a queste domande emergano.

Se avete voglia di condividere con me questo momento di riflessione ne sono solo felice.

a

POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE

Nessun commento

Scrivi un commento