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Allo specchio

Allo specchio

Meditazione guidata n°35

Ora, lentamente, iniziamo a immaginare un enorme specchio davanti a noi. Osserviamo la forma, il colore, se c’è o non c’è una cornice, quanto è distante da noi. Lasciamo che queste caratteristiche emergano da sé.

Non cerchiamo di costruire noi con la testa lo specchio ma lasciamo che arrivi.

Se vediamo che la nostra mente invece ci ostacola, possiamo provare a iniziare questa visione immaginando qualcosa e poi vedere se si completa e se emergono altri dettagli.

Per ora c’è solo questo specchio, in una stanza senza forma e senza tempo, alla distanza che ritenete opportuna per voi.

Com’è nel corpo avere questo specchio davanti a voi?

Emergono dei pensieri, delle emozioni?

Proviamo ad ascoltare che cosa c’è.

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Iniziamo a fare qualche respiro profondo e lasciamo andare. Aggiustiamo la nostra posizione. Ci prendiamo qualche istante solo per renderci conto di dove siamo, di cosa stiamo facendo per esserci in questo momento di pace e tranquillità e lasciare fuori tutto quello che c’è stato fino a un minuto fa o che ricomincerà appena termineremo la nostra meditazione. A ogni respiro lascio andare. Inspiro gonfiando la pancia ed espiro lasciando andare un pensiero, lasciando andare qualche sensazione, lasciando andare la stanchezza. Mi spoglio piano piano e divento sempre più presente a me e a questo momento. 

Inizio a portare l’attenzione al corpo e mi chiedo se ci sono delle zone che posso ammorbidire.
Cosa posso sciogliere con il respiro nel mio corpo?
Forse ci sono delle parti che accumulano tensione, che accumulano stanchezza, fatica. Se mi accorgo che c’è un punto particolarmente teso o dolente provo a ogni espirazione a immaginare di ammorbidirlo. 

Lentamente allargo la mia percezione da questo punto a tutto il corpo. Inizio ad aprirmi a tutte le sensazioni che ci sono nel corpo in questo momento.
Come sta il mio corpo in questo momento?
Come sto io nella mia vita in questo momento?
Come sto nel corpo in questo momento?
C’è stanchezza, tensione, è rilassato, pieno, vuoto?
Lo sento tutto, sento di più delle parti o altre?
Come sto nella mia vita in questo momento?

Lasciamo andare le risposte della testa, facciamo emergere quelle del corpo: le sensazioni. Potrebbero essere uguali a quelle che abbiamo elencato poco fa o diverse. Forse qualcosa nel frattempo è cambiato. Mi lascio andare a dei lunghi e profondi respiri in cui mi dico che sono qui in ascolto e pronto/a ad accogliere quello che c’è. Inspiro gonfiando la pancia, espiro sgonfiando la pancia. Cerco di lasciar parlare il corpo senza giudicarlo, senza cercare di interpretarlo ma semplicemente dando uno spazio di attenzione e ascolto. 

Ora, lentamente, iniziamo a immaginare un enorme specchio davanti a noi. Osserviamo la forma, il colore, se c’è o non c’è una cornice, quanto è distante da noi. Lasciamo che queste caratteristiche emergano da sé. Non cerchiamo di costruire noi con la testa lo specchio ma lasciamo che arrivi. Se vediamo che la nostra mente invece ci ostacola, possiamo provare a iniziare questa visione immaginando qualcosa e poi vedere se si completa e se emergono altri dettagli. Per ora c’è solo questo specchio, in una stanza senza forma e senza tempo, alla distanza che ritenete opportuna per voi. Com’è nel corpo avere questo specchio davanti a voi? Emergono dei pensieri, delle emozioni? Proviamo ad ascoltare che cosa c’è. 

Ora, a poco a poco, immagino di alzarmi in piedi e di portarmi davanti a questo specchio che riesce a riflettere la mia immagine nella sua interezza. Ancora una volta scelgo io a che distanza stare rispetto allo specchio e provo a guardarmi, a vedere tutto il mio corpo riflesso nello specchio. Portiamo sempre parte dell’attenzione a quello che succede nel nostro corpo, a quali sono i pensieri che arrivano mentre mi immagino di specchiarmi. Poi torno sul mio riflesso.
Com’è per me guardarmi allo specchio?

Possiamo anche scegliere di portare l’attenzione su una parte in particolare, magari ce l’abbiamo già in mente: è la prima che guardiamo sempre quando ci specchiamo. Magari è quella su cui facciamo mille pensieri, quella che fatichiamo a vedere allo specchio. Proviamo a stare proprio lì, con quella parte riflessa. Lascio andare il resto del corpo e mi focalizzo su quella parte. Più la metto a fuoco, più cerco di percepire se arrivano dei pensieri. Che tipo di pensieri sono? Potrebbero essere giudizi o forse arrivano emozioni.
Che cosa succede nel corpo se rimango a fissare quella parte?
Che tipo di dialogo avviene dentro di me?
Forse c’è qualcosa che fa male, forse ci sono delle resistenze. Manteniamo la sensazione del respiro che ci culla e apriamoci a quello che emerge. 

Mentre continuate a guardare questa parte, lo specchio e il corpo riflesso nello specchio, vi chiedo di farvi alcune domande:
Io sono questa parte?
Se questa parte cambiasse, in meglio o in peggio, io sarei ancora io?
Io sono il mio corpo?
E se il mio corpo cambiasse, sarei ancora io?
Forse non sono il corpo ma sono quello che faccio?
Oppure i valore che porto nel mondo o le passioni che decido di seguire?
E se cambiasse il mio lavoro o quello che faccio nel mondo o le mie passioni, sarei ancora io o no?
Che cosa sto affidando a quella parte del corpo?

Torniamo a portare l’attenzione allo specchio e a tutto il corpo riflesso nello specchio.
Com’è per me specchiarmi ora?
Io non sono quella parte, io non sono il mio corpo, non sono quello che faccio, non sono le mie passioni, perché se tutto questo cambiasse io sarei ancora io.

Che io possa essere felice
Che io possa essere in pace
Che io possa essere libero/a dalla sofferenza non necessaria
Che io possa andare oltre a quella parte
Che io possa andare oltre il mio corpo, oltre quello che faccio, oltre le mie passioni e amarmi là, amarmi quando mi specchio e vedo quella parte, amarmi quando mi specchio e mi vedo, amarmi quando faccio qualcosa, quando vivo i miei valori, quando seguo le mie passioni
Che io possa sempre tenermi per mano e sentire il mio valore

Prendiamoci ancora qualche minuto per stare con queste parole, con le nostre parole di metta e gentilezza amorevole.

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