Lo scarabocchio
Approfondimento n°11
Quello che propongo oggi è un esercizio/gioco. Se siete in più di una persona potete anche scambiarvi i fogli, ma potete farlo anche da soli: l’ultima volta l’abbiamo fatto ognuno per conto proprio.
Prendete un foglio e due colori. Scegliete un colore e fate uno scarabocchio sul foglio senza guardare, senza pensare a cosa viene: scarabocchiate!
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Quello che propongo oggi è un esercizio/gioco. Se siete in più di una persona potete anche scambiarvi i fogli, ma potete farlo anche da soli: l’ultima volta l’abbiamo fatto ognuno per conto proprio.
Prendete un foglio e due colori. Scegliete un colore e fate uno scarabocchio sul foglio senza guardare, senza pensare a cosa viene: scarabocchiate!
Adesso che avete il vostro scarabocchio, se siete da soli ve lo tenete, se c’è qualcun altro con voi potete scambiare i fogli e prendere l’altro pennarello, quindi cambiate colore. Guardate questo scarabocchio e provate, usando gli elementi che ci sono già, quindi senza ri-disegnare cose, a vedere se riuscite a trasformarlo in qualcos’altro. Io di solito trovo sempre gli occhi, l’ultima volta ho visto un cappello e quindi poi è uscito tutto un omino. Lasciatevi ispirare da questi scarabocchi e fatemi sapere che cosa ne esce, che cosa succede al vostro disegno. Qualche dettaglio si può aggiungere, ma cercate di usare i contorni che ci sono già, le forme e le sagome che si sono create nello scarabocchio stesso. Prendetevi qualche istante, osservatevi all’inizio, durante e dopo e mettete in pausa l’audio, fate l’esercizio e poi tornate a sentirmi.
Che cosa è successo con il secondo pennarello, quando abbiamo provato a guardare questo scarabocchio in maniera diversa? È venuto fuori magari qualcosa di più simpatico, di divertente, di più vicino, familiare. Prima invece era, boh, qualcosa di bruttino, informe, forse ci dava pure fastidio tutto questo scarabocchio senza senso. Poi, cambiando occhi, cambiando prospettiva, lo scarabocchio ha preso un’altra forma. Forse l’abbiamo sentito più vicino, più simpatico. Prima non ci diceva niente e poi diventato un omino, un animale, un paesaggio, chissà che cosa è diventato. Eppure è lo stesso scarabocchio, solo che abbiamo usato occhi diversi, abbiamo cercato di colorarlo, di valorizzare alcuni punti e magari tralasciarne altri fino a dare una forma che ci ha divertito.
Provate davvero a farlo questo esercizio, soprattutto se siete tra quelli che non avete messo in pausa e mi avete solo ascoltato e non l’avete fatto su carta. Sembra una cosa semplice, sembra una cosa banale. In realtà è pratica fortemente trasformativa. Provate, sfidatevi, fate gli scarabocchi più brutti e dateli al partner o alle persone che sono in casa con voi. Giocate con i bimbi, fatevi fare mille scarabocchi dai bambini, soprattutto i più piccoli e trasformateli, perché è anche questione di allenamento.
Fatemi sapere come vi trovate, fotografate i disegni, taggatemi, fatemeli arrivare in qualche modo perché a me piace un sacco. Soprattutto, apprezzate che cosa emerge e quanto è importante riuscire a fare questo cambio di prospettiva e far passare uno scarabocchio informe e senza senso in qualcosa che diventa in realtà di valore e vicino al cuore.
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